L'Istituto del Fuligno è un vecchio palazzo nel cuore della città. Un vecchio convento lasciato negli anni al grande patrimonio IPAB (Istituti di Pubblica assistenza e Beneficienza). Dopo tanti anno il Comune di Firenze decide, finalmente, di fare qualcosa di questo piccolo patrimonio.
Una parte viene usata per incontri-convegni e ludoteca, un altra ben più grande come struttura di accoglienza temporanea per sfrattati e situazioni di grave disagio abitativo.
Le famiglie inserite al Fuligno, come molte ragazze madri prima di entrare nella struttura, passano per le "forche caudine" obbligatorie del moderno sistema dell'assistenza, Servizi Sociali, segnalazioni, gradutaorie, percorsi da rispettare…
Nel piccolo "mondo" degli sfrattati e dei senza-casa esistente a Firenze entrare al "Fuligno" diventa quasi un merito, un piccolo privilegio, una speranza rispetto alla marea che attraversa la città con le occupazioni e senza futuro.
E anche per il Movimento di Lotta per la Casa, come per l'unione Inquilini la permanenza al Fuligno doveva significare un "breve periodo" di attesa per poi essere introdotti nell'edilizia residenziale pubblica.
Tutto questo per accordi presi negli anni 2002 e 2003.
Cambia la società, e cambiano le regole.
Oggi il diritto alla casa popolare non è garantito per nessuno e nessuna. La struttura copre solo il tempo e lo spazio deciso dal servizio sociale, il futuro non riguarda nessuno, il futuro è il mercato…
La struttura è gestita da un piccolo esercito di educatori e operatori, direttori e direttrici, e tutte le funzioni di "inserimento" diventano funzioni di controllo sociale.
Oramai molte storie sono note. Le umiliazioni subite, sopratutto dalle donne, i ricatti, le vessazioni sono solo una parte di un sistema di controllo che ha trasformato il disagio abitativo in disagio "psichiatrico"…
E ben oltre alle umiliazioni, la struttura è dotata di un sistema di video-sorveglianza che ricorda i CPT, ma la video-sorveglianza non è posta in essere per la sicurezza dell'utenza, ma al contrario è per controllare e reprimere l'utenza stessa.
I bambini non possono giocare insieme, gli ospiti sono accolti in una sala (con ovvia telecamera) e non hanno libero accesso alla struttura, come a Sollicciano, gli orari vanno rispettati e le regole, rigide e precise, rispettate alla lettera pena l'espulsione dalla struttura…
Insomma una struttura dove il concetto di "sicurezza" di "sorveglianza" e di "punizione" sono applicati in una ferrea e folle logica del recupero sociale…
Dunque niente casa, niente futuro, e mesi in una struttura che ricorda pìù un "collegio" che non una struttura di ospitalità, un bel capolavoro voluto dal comune di Firenze.
Per questo le nostre iniziative sul mettere in "SICUREZZA" i diritti delle persone partono dal ventre della città.
Per opporre alla loro sicurezza la LIBERTA' E L'AUTOGESTIONE COLLETTIVA come principi e valori della vita, e insieme alla libertà (comunque bene collettivo) il bisogno di un futuro diverso.
PER QUESTO VENERDI' 7 ALLE 11,30 UNA DELEGAZIONE DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA INSIEME A UNA DELEGAZIONE DELLE DONNE DEL FULIGNO HANNO ORGANIZZATO UNA CONFERENZA STAMPA COLLETTIVA SUL RUOLO REPRESSIVO DI QUESTE STRUTTURE.
IL PROSSIMO VENERDI' SARANNO I RICHIEDENTI ASILO A PROTESTARE CONTRO LE DISUMANE CONDIZIONI DI VITA ESISTENTI NEL TERRITORIO FIORENTINO.